CONCATTEDRALE DEL SS. SALVATORE

 

La Cattedrale dell’Archimandritato del SS. Salvatore, oggi Concattedrale, è al centro della struttura dell’Opera del Domenico Savio, dove sorgeva il monastero e la chiesa di S. Teresa delle Carmelitane Scalze. È stata consegnata ai Salesiani, non ancora completamente ultimata, il 29 settembre 1931, per volontà di Mons. Angelo Paino, Arcivescovo e Archimandrita di Messina. I contenuti qui offerti vengono dello studio di don Santino Russo Chiesa del SS. S. Salvatore: Cattedrale dell’Archimandritato e Concattedrale di Messina, 2002. Per le foto ringraziamo il fotografo Giuseppe Magazzù.

 

L’Archimandritato e la Cattedrale del SS. Salvatore

L’Archimandritato del SS. Salvatore è una istituzione ecclesiastica unica nel suo genere in Italia (a parte quella di Grottaferrata, con una sola parrocchia nello stesso monastero basiliano). È l’insieme delle persone, del territorio, dei beni sottomessi all’autorità e alla giurisdizione dell’Archimandrita, che è il capo – tipico della Chiesa orientale – preposto a tale giurisdizione, e che indica il superiore di un monastero o dell’insieme di più monasteri.

L’Archimandritato del SS. Salvatore di Messina ebbe origine verso l’anno 1100 con il normanno Conte Ruggero che costruì la chiesa e il monasteri affidati ai monaci Basiliani.

La prima tappa è quella della prima Cattedrale (1061-1549), presso la zona falcata. Nel 1061 venne presa la decisione, ma la costruzione iniziò nel 1082. L’abate S. Bartolomeo da Simeri è il fondatore e il primo Abate del monastero. Successivamente altri monasteri di Sicilia e Calabria vennero sottomessi alla giurisdizione dell’Archimandritato messinese, sottraendoli all’autorità e giurisdizione dei vescovi locali. In questo modo anche a Messina l’Archimandritato godeva di un territorio ecclesiastico indipendente, con privilegi, terreni e beni propri. Nel 1168 la Cattedrale del SS. Salvatore fu consacrata solennemente. Nel 1549 un fulmine si abbatteva sulla polveriera devastando i vicini locali e anche la Chiesa. L’Imperatore Carlo V si impegnò a costruire Cattedrale e monastero altrove, a lato del torrente Annunziata.

La seconda tappa è quella della seconda Cattedrale (1549-1908), al torrente Annunziata, oggi Museo Regionale. Nel 1773, anche se non ultimata, i monaci vi presero possesso. Nel 1635 il Papa Urbano VII dichiarava l’Archimandritato eretto a Diocesi, “Prelatura nullius”, con un proprio territorio. L’Archimandrita del SS. Salvatore ora era vescovo. Nel 1866, con l’incameramento dei beni ecclesiastici, anche il monastero e la Cattedrale vennero soppressi e incamerati, divenendo dimora della Guardia di Finanza. Questa situazione portò il Papa Leone XIII nel 1883 a unire l’Archimandritato con l’Arcidiocesi di Messina. Il cardinale Giuseppe Guarino fu il primo Arcivescovo e Archimandrita (1884). Il terremoto del 1908 distrusse il monastero e la Cattedrale del SS. Salvatore.

La terza tappa è quella dell’attuale Cattedrale (1928), costruita da Mons. Angelo Paino, Arcivescovo e Archimandrita, nella zona dell’isolato 249, affidando nel 1931 ai Salesiani di Don Bosco la Cattedrale con l’annesso Oratorio S. Domenico Savio. Il 22 aprile 1933 Mons. Paino benedisse la nuova Cattedrale, lunga m. 40 e larga m. 19. La cupola ha un’altezza di m. 30, con diametro di m. 9,20. Il progetto è dell’ingegnere Enzo D’Amore e dopo la guerra fu restaurata dall’architetto Francesco Valenti. Dal 1943 al 1946, a motivo dei gravi danni subiti dalla  Cattedrale dell’Arcidiocesi, funzionò da Cattedrale unica. L’Amministratore Apostolico Mons. Carmelo Canzonieri ricostruì il Capitolo Archimandritale e nel 1963 Mons. Paino insediò 12 Canonici e 6 Mansionari. Il 30 maggio 1964 Mons. Francesco Fasola, Arcivescovo e Archimandrita, consacrava e dedicava la Cattedrale del SS. Salvatore. Nel 1986 la S. Sede unificava le Circoscrizioni ecclesiastiche messinesi nella Arcidiocesi di Messina, Lipari, S. Lucia del Mela, per cui la Cattedrale dell’Archimandritato assumeva la qualifica di Concattedrale.

 

 

Breve descrizione artistica della Concattedrale


La chiesa di stile neoclassico, con motivi barocchi, è a forma di croce latina, a tre navate, con transetto e tre absidi. La facciata ha tre portali corrispondenti alle tre navate. Essa è a due ripiani, sostenuti da doppi gruppi di colonne, due per ogni ripiano. Quelle del ripiano superiore sostengono il timpano, dentro il quale è scolpito un grande Cristo benedicente, opera dello scultore messinese Ovidio Sutera. Nell’ampia finestra centrale spicca un’artistica Resurrezione in vetro multicolore, eseguita a Milano dalla ditta Fontana.

Gli affreschi e le decorazioni del transetto e dell’abside centrale (affresco della Trinità) appartengono al restauro post-bellico e sono stati eseguiti da Guido Gregoretti, mentre quelli delle navate laterali sono di Lindo Grassi.

Le pale degli altari laterali sono firmate da C. Mongari (S.Domenico Savio 1950), D.R. Stramondo (Calvario 1966, S.Antonio di Padova 1967, S.Teresa del B.G. 1969), P.G. Crida (S.Domenica Mazzarello 1952), Amoroso (S.Giuseppe), G. Barone (S.Cuore 1939), Impallomeni (Cena di Emmaus).

L’abside centrale termina con l’Altare Maggiore e una sovrastruttura monumentale con un quadro della Trasfigurazione, opera di un pittore paesaggista romano Giuseppe Carosi (1933), ispirato a quello di Raffaello Sanzio. L’abside destra è dedicata a S. Giovanni Bosco, gli affreschi sono del pittore Lindo Grassi; l’abside sinistra è in onore di Maria Ausiliatrice, dello stesso artista.


Il tabernacolo dell’Altare maggiore, con simboli eucaristici, è opera dell’artista messinese Salvatore Catanzaro.

La Chiesa ha pure un buon organo della Ditta Tamburini di Crema a tre manuali più pedaliera, a 31 registri. Fu inaugurato il 23 maggio 1950.

Nel corso degli anni, su progetto dell’Architetto don Vincenzo Gorgone, salesiano, fu ristrutturata l’area del Presbitero, con la collocazione di un nuovo altare di marmo bianco di forma circolare (“Coram populo”), in verticale con il centro della sovrastante cupola. Ai due lati frontali verso l’aula assembleare sono collocati, sul lato sinistro una base per il crocifisso artistico e sul lato destro un artistico e ampio ambone con a fianco il candelabro per il cero pasquale, pure in marmo bianco.

Chiudono lo spazio del presbitero dai lati delle due cappelle laterali, due file di scanni marmorei policromi, rivestiti di legno massiccio, per accogliere i Canonici del Capitolo Archimandritale.

La Concattedrale del SS. Salvatore, tra pitture, affreschi e stucchi presenta ben 228 angeli: 44 di stucco (22 piccoli e 22 grandi); 167 dipinti (118 piccoli e 49 grandi); 8 angeli di legno (nella cornice dell’armadio della sacrestia) e nove di bronzo nelle campane.

Il Crocifisso di Giovannello li Matinati

Quanto qui di seguito riporta alcuni passi di V. Buda, in Il Crocifisso  di Giovannello li Matinati: ricerche e restauro, 2014.

Nel terzo altare della navata laterale destra è posizionato un pregevole Crocifisso, opera in mistura (gesso, cartapesta, tessuto, colla e legno), attribuito a Giovannello li Matinati. È una delle preziose testimonianze della fiorente attività scultorea messinese tra Quattrocento e Cinquecento. È databile alla fine del Quattrocento o al massimo ai primissimi del Cinquecento.

Seguendo l’iconografia del Christus patients, che raffigura il Cristo già morto sulla croce, il Crocifisso è rappresentato in una pacata espressione di dolore contenuto, con la testa reclinata sulla spalla destra, gli occhi chiusi e le labbra semiaperte da cui si scorgono i denti; ha la barba a più punte e i capelli portati indietro sulle orecchie con regolari ciocche parallele che ricadono in tre riccioli per parte sulle spalle. Il corpo magro, dalle membra allungate secondo il gusto gotico, è segnato dalla dolorosa tensione dovuta alla posizione forzata, soprattutto nel torso dalla vita sottilissima e dalle costole accuratamente evidenziate, sugli arti sono visibili le vene, rese leggermente a rilievo. I fianchi sono strettamente fasciati da un perizoma a pieghe sottili e parallele che, legato sul fianco sinistro con un articolato nodo, genera un lungo panneggio dietro il corpo che si conclude all’altezza del ginocchio destro, accennando a un piccolo svolazzo, riferimento questo che allude al vento che improvviso si era levato sul Golgota. Numerosi manufatti simili, diffusi in un territorio considerevolmente esteso, sono stati attribuiti alla famiglia dei Matinati sulla base delle analogie formali. Il Crocifisso del SS. Salvatore è estremamente assimilabile anche ad altri presenti nella provincia di Messina.

Il Crocifisso è stato restaurato recentemente. Come nota Maria Scalisi, da un primo esame visivo si notavano crettature, con sollevamenti della preparazione, a causa dello stato di stucco che ricopriva tutta la superficie, che si presentava di colore bruno. L’intervento di pulitura ha consentito il recupero della coloritura originaria.

 

Servizi

La nostra Chiesa Concattedrale e Archimandritale per la centralità della sua ubicazione nella città, per la validità di strutture e per la disponibilità di sacerdoti e laici volontari, permette una ricca possibilità di irradiazione per alcune proposte pastorali a livello catechistico, liturgico e caritativo a servizio della città e in particolare dei giovani dell’Oratorio S. Domenico Savio, annesso ai locali della Chiesa. Tra le proposte e attività di grande risonanza e ben collaudate in settanta anni di presenza salesiana vanno segnalate:

– animazione liturgico-sacramentale per una partecipazione comunitaria dei fedeli alle Celebrazioni Eucaristiche e ai vari momenti liturgici (Gruppi di Animazione liturgica e Ministranti;

– organica proposta di cammino di fede e di catechesi nei tempi forti dell’Anno Liturgico attraverso predicazione programmata, liturgie penitenziali, riflessione sulla Parola di Dio;

– scuola di preghiera come spazio settimanale di ascolto della Parola;

– attenzione alle espressioni di pietà popolare nel Rosario quotidiano, Adorazione Eucaristica settimanale, 1° Venerdì del mese, commemorazione di Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco, Via Crucis nei venerdì di Quaresima, e soprattutto possibilità di Confessioni di Direzione Spirituale e di incontri personali;

– formazione spirituale e salesiana degli Exallievi e dei Salesiani Cooperatori;

– animazione spirituale e socio-caritativa del gruppo “Volontarie Vincenziane”, con particolare sensibilità all’azione caritativa verso i bambini e i giovani più emarginati;

– Gruppo Missionario, attivo sul fronte della sensibilizzazione e dell’impegno concreto a favore delle missioni;

– incontri culturali per adulti su problematiche teologiche, bibliche e morali.